venerdì 24 febbraio 2017

Occhi di Tempesta



Avete sentito tutti parlare di Asterione! Sapete che nessuna preda sfugge al suo sguardo di ghiaccio, che quando il suo passo leggero che si ode tra i larici e le fonti d’acqua incontaminata significhi la fine di una vita! Eppure nessuno di voi sa delle sue origini!
Asterione ebbe un padre che viveva qui, in questo villaggio. Anche le sue frecce non avevano mai mancato una preda! Prima di partire per la sua ultima caccia, radunò i suoi compaesani: “Ho cacciato ogni bestia, mostruosità e pericoloso assassino su cui il mio sguardo si sia mai posato. Mi resta solo l’inafferrabile, ciò che può essere visto e mai raggiunto, la preda più sfuggente. Non tornerò fino a che non sarò vittorioso!
Nelle valli e sulle più ripide montagne cercò l’ineffabile, e quando le colossali nubi nere percorse da scariche si presentarono dinnanzi a lui, comprese che quello era il suo obiettivo. Con la lancia e l’arco attaccò la Tempesta, ma tutto fu inutile.
Allora salì sul picco più alto e aveva sfidò la sua nemica, la maledisse, e la sua voce era una cosa sola con i rombi del tuono.
La Tempesta comprese che il cacciatore era come lei: sempre pronto a sfogare la sua ira, un essere che non si dava per vinto neanche di fronte all’impossibile, e si innamorò di lui di quell’amore passionale, bruciante e rapido come un lampo. Con il vento trascinò il cacciatore tra le più alte e fredde nubi e insieme danzarono il ballo degli amanti più arditi.
Asterione era nato dal nulla, rivenuto tra il verde fogliame zuppo d’acqua quando infine la Tempesta ebbe soddisfatto il suo bisogno. Il cacciatore realizzò di avere vinto la sua ultima battaglia e l’aveva riportato indietro come trofeo: non una testa impagliata da appendere a una parete, ma qualcuno che avrebbe provato con il resto della sua vita le abilità del padre.
Nessuno del villaggio credette alla verità delle sue parole: cosa poteva mai voler dire la presenza di quel neonato dagli occhi pallidi, che quando piangevano si facevano scuri come nubi?
Avete occhi solo per osservare ciò che è palese. La verità vi è sconosciuta, la stoltezza regna nelle vostre menti. Porterò mio figlio lontano da voi, e il suo nome sarà Asterione: come il Minotauro di Creta, nato da un impossibile rapporto, vivrà e dominerà nel labirinto verde della foresta.
E a tutti coloro che ancora non credono a questa storia, dico ancora: guardatelo bene negli occhi, e riconoscerete il lui il volto spietato della madre!

lunedì 24 ottobre 2016

Tutto Inizia da O e il futuro del blog!

Il tempismo non è mai stato il mio forte, quindi giungo a dare la notizia in questa sala (particolarmente deserta, ma magari qualcuno ci bazzica ogni tanto) con un po' di ritardo.
Riportando (quasi) interamente il mio post di ringraziamenti su Facebook, ho un particolare annuncio da fare:

Arriva per tutti il momento di scoprire le proprie carte, e dopo essere stato tutto l'ultimo mese a mordermi la lingua e le dita, posso finalmente rivelarlo.
Il mio racconto "Tutto Inizia da O" è il vincitore della XXII edizione del Trofeo RiLL per il miglior racconto fantastico.
Quando sono stato contattato dai responsabili del Trofeo, che mi hanno comunicato la vittoria, il mio primo pensiero è stato: "ma è una presa per il culo?".
A quanto pare non lo era, ma me ne sto rendendo conto solamente adesso. Ed è veramente una sensazione epica.
Quindi, grazie al comitato di lettura e alla giuria nazionale per aver scelto questa piccola storia paradossale tra le quasi 400 giunte al concorso.
Grazie all'illustratrice Valeria De Caterini, che con la sua copertina ha dato uno splendido volto al personaggio di Chiara.
Grazie ai mondi immaginari che da 14 anni a questa parte hanno forgiato la mia creatività.
Grazie a Jennifer, perché senza una musa ispiratrice non combinerei nulla di buono.
La premiazione del concorso si terrà lunedì 31 Ottobre alle ore 18 al Lucca Comics, presso la Sala Ingellis (di fianco al padiglione Games). Se qualcuno di voi fosse alla manifestazione e volesse presenziare mi farebbe un enorme piacere!


Eh sì ragazzi, ho vinto il Trofeo RiLL, e dirlo mi fa ancora uno strano effetto. Ad ogni modo, quando non sono sicuro che la realtà attorno a me sia quella che effettivamente conosco, faccio un salto QUI e scopro che il libro è già disponibile a 8€ comprensivi di spese di spedizione.

Detto questo, visto che con la conclusione della campagna di The Strange il mio esperimento di "diario di campagna" è definitivamente concluso (con un discreto successo direi, visti i lettori avuti su pagine di assidui giocatori) il blog potrà riprendere la sua funziona originaria, ovvero di contenitore di racconti.

Sì, ciò vuol dire che gli aggiornamento saranno molto meno assidui perché non sono una macchinetta sforna-storie.
Nel caso qualcuno se lo fosse perso, uno dei miei ultimi racconti, Auromorfosi, è finito semi-disperso tra i riassunti, ma lo si può ritrovare facilmente cliccando QUI.

A presto! 

domenica 9 ottobre 2016

The Neversleeping Eye - Sessione 25: Mente e Ricordo




La tempesta e l’acqua stagnante del Bayou stanno facendo il gioco dello Tchoya: assorbendo continuamente liquidi, il suo diametro aumenta a vista d’occhio. Gli scienziati della Fondazione fanno rapidamente due calcoli… se la crescita rimarrà costante, le sue dimensioni aumenteranno di circa 12 metri all’ora. Potrebbe inglobare l’intero quartiere in una giornata, tutta l’area centrale di Houston in meno di una settimana… non c’è alcun tempo da perdere.

I tre agenti iniziano ad analizzare la situazione, giungendo alla conclusione che tentare di distruggere il fungo potrebbe essere controproducente: potrebbe essere una sorta di palloncino gonfio di spore, pronte a spargersi in giro alla minima rottura. Un’infezione su larga scala sarebbe a quel punto impossibile da fermare.

Mike Valori, gli agenti e un gruppo di scienziati si riuniscono in un edificio poco lontano per fare il punto della situazione. Agli scienziati viene in mente che, secondo gli esami fatti al Campus sugli individui contaminati, un particolare tipo di luce viole sembra mandare le spore del fungo in uno stato letargico… anche se non hanno fatto esperimenti sufficienti e non sono sicuri di riuscire a generare una luce di intensità sufficiente a causare qualche danno a una massa del genere. Eleonor li aiuta nei calcoli di fisica, giungendo però a scarsi risultati: poco male, gli scienziati faranno comunque un tentativo.

Nel frattempo, da fuori, si odono delle urla: Hector e Theodore fanno in tempo ad uscire giusto per assistere alla macabra scena del fungo che, estroflesse alcune masse tentacolari, afferra due scienziati che si erano avvicinati troppo, fagocitandoli. Non c’è nulla da fare per salvarli.

Eleonor elabora un altro piano che potrebbe funzionare: si potrebbe inserire un tubo collegato a un aspiratore industriale all’interno della massa fungoide, per poi risucchiare tutte le spore e bruciarlo. Mike può procurarsi quello che lei chiede, ma ci vorrà qualche ora.

Gli agenti notano un elicottero in avvicinamento: giunti alla strada principale questo atterra davanti a loro, e ne emergono alcune vecchie conoscenze dell’OSR: l’Agente White e altri due individui armati e minacciosi, dall’aria sogghignante, che paiono conoscere i personaggi.
I personaggi vedono l’arrivo di White come la risposta a un miracolo che stavano mentalmente richiedendo.

Si riuniscono a parlamentare in un luogo privato, per scoprire che i due ricorsori di scorta a White si trattano, ovviamente, di Tanuki e Valerie. White è, come al solito, schietto e di poche parole: la Fondazione ha ancora 4 ore di tempo per risolvere la situazione, perché una volta passato quel periodo di tempo la soluzione dell’OSR giungerà sul posto, e a quel punto ci penseranno loro. Gli scienziati dell’OSR hanno reputato la minaccia del fungo classificabile come quella di un Planetivoro di classe inferiore, non c’è alcun tempo da perdere.
Privatamente, Eleonor chiede conferma su quale possa essere la soluzione dell’OSR: si tratta, ovviamente, del kaiju ammaestrato che hanno su Goliath. Potrà bruciare il fungo e tutte le sue spore a distanza sufficiente da non essere contaminato.
Eleonor esprime favore per quest’idea… e dice a White che, se la situazione sarà risolta, potrebbe essere interessata a un contatto con l’OSR.

Ci sono nuovamente delle urla al di fuori, dove il fungo sta crescendo: i due scienziati risucchiati meno di un’ora prima fanno nuovamente la loro comparsa, completamente contaminati dal fungo e enormemente aggressivi. Hector e Theodore ne eliminano uno, mentre all’altro pensano gli agenti della Fondazione.

Il gruppo di agenti inizia a percepire una pulsazione psichica maligna proveniente dal fungo, che li stordisce. Una voce nella loro mente inizia a parlare e implorare “non fatelo… potrete unirvi a me… qui tutti sono felici… qui tutti vedono i loro sogni realizzati… venite a me…”.
Ovviamente, il gruppo non da alcun credito a queste tentazioni.

Nella mente dei personaggi inizia a farsi largo un’altra possibilità per eliminare la massa: siccome è completamente pregna d’acqua, farla colpire da uno dei fulmini della tempesta che infuria potrebbe eliminarla definitivamente. Così, mentre Valori si preoccupa di procurarsi un crypto che generi un campo di forza temporaneo, ma largo abbastanza da bloccare l’emissione di qualsiasi spora, il gruppo ha l’idea di collegare alcuni cavi elettrici alle pale di un elicottero della Fondazione, dopo aver posizionato delle placche di rame.

Il piano si realizza velocemente, e tramite un accurato utilizzo dei suoi poteri di Previsione, Eleonor sa esattamente quando e dove cadrà un fulmine.
Eleonor sale sull’elicottero con il pilota, mentre il resto degli agenti si preoccupano di posizionare i cavi elettrici nel Bayou e il generatore di campo di forza.
Il tempo a disposizione è poco, ma tutto funziona! Il fulmine colpisce le pale dell’elicottero, e una potente scarica elettrica colpisce il fungo, venendo al tempo stesso contenuta dal campo di forza!
I personaggi percepiscono una scarica di dolore potentissima, come se essi stessi fossero stati colpiti dal fulmine, e si sentono precipitare in un luogo buio. La connessione psichica che avevano con il fungo, generata dalla loro permanenza su Miceliax, deve aver fatto loro qualcosa…

Al loro risveglio, i personaggi si trovano in una landa dai colori marcescenti, che si estende in ogni direzione. Ovunque c’è una crescita enorme di muffe, spore e funghi. Hanno ancora i loro corpi, segno che si trovano ancora sulla Terra, ma qualcosa di strano deve essere accaduto.
L’unico, strano punto di riferimenti nella desolazione è una collina poco distante, sormontata da tre enormi punte verdastre. Non capendo cosa stia succedendo, i personaggi si dirigono lì.
Sulla collina trovano tre corpi immersi nella marcescenza delle tre escrescenze verdi, che riconoscono subito: Gina Desert, la prostituta, l’Agente Mei e Walt Tharn, l’unico biker dei South Bulls sopravvissuto.
Si rendono conto quasi subito di non essere in grado di toccare i corpi: sono inconsistenti, come se fossero dei fantasmi. Liberano l’Agente Mei dalla muffa che la ricopre, e il corpo cade addosso a Theodore. Non appena c’è una compenetrazione totale causata dall’assenza di sostanza, sia Theodore che l’Agente Mei scompaiono nel nulla.

Eleonor ed Hector osservano allibiti la scena, ma dopo aver discusso un po’ capiscono che non sanno che pesci pigliare. Decidono di fare la stessa cosa: Eleonor scompare nel corpo di Gina ed Hector nel corpo di Walt.

Theodore si trova all’interno del corpo dell’Agente Mei su Miceliax. Ha ancora tutti i suoi ricordi e le sue capacità, ma anche alcuni pensieri dell’Agente Mei: era stata inviata alla ricerca di un artefatto, uno scudo di bronzo, all’interno di una delle grotte di Miceliax, ma era stata aggredita da una bestia ed era stata costretta a scappare.
Theodore si mette quindi a cercare tracce, giungendo presto all’interno di un labirinto artificiale. Qui nota chiaramente le tracce di una bestia enorme, che dopo un po’ riesce a vedere: si tratta di un gigantesco coleottero che si muove su solo due zampe, dotato di due enormi corna chitinose. Sfuggendo al coleottero e facendo leva sul suo naturale senso dell’orientamento, Theodore giunge all’area centrale del labirinto, dove si trova una porta di bronzo, ma funge anche da tana per la creatura. Dietro la porta di bronzo trova un piccolo tesoro di schegge di Carab e uno scudo di bronzo dall’effigie mostruosa. Mentre Theodore/Agente Mei prende lo scudo, il mostro torna nella sua tana a riposarsi, di fatto bloccandogli l’uscita.
Theodore attende qualche minuto che la bestia si metta a riposare, poi scivola silenziosamente fino all’imboccatura del labirinto, passandogli molto vicino… e fortunatamente non facendosi notare.
All’uscita del labirinto, si trova davanti l’Agente Mei che gli annuisce, soddisfatta.

Eleonor è nel corpo della prostituta Gina Desert, molto prima che iniziasse ad esercitare il mestiere. I ricordi che assume dalla ragazza riguardano sua sorella Lisa, che frequentava alcuni spacciatori di droghe pesanti. L’obiettivo di Gina era andare alla casa di spaccio e portare via sua sorella, ma non aveva mai avuto il coraggio e i mezzi per farlo.
Eleonor, trovando il coraggio nei suoi poteri, arriva a un villino derelitto e si fa largo all’interno, utilizzando la sua Eccezione per disintegrare letteralmente il primo drogato aggressivo che la minaccia. Un altro la morde al polpaccio, ma non è una ferita grave: trova facilmente sua sorella, nuda e svenuta su un materasso sporco, mentre uno degli spacciatori sta per violentarla.
Anche questo spacciatore incontra presto la sua fine tramite i poteri da Paradox di Eleonor. Prende Lisa e la porta via da quella casa… in cuor suo, sente la voce di Gina che le dice di aver fatto la cosa giusta.

Hector si trova nel corpo e nella mente del biker Walt Tharn. È da poco tornato in prigione per un furto, e doveva avere la protezione della Fratellanza Ariana. Qualcosa è andato storto, perché i nazisti non hanno la minima intenzione di proteggerlo, e sa che ben presto la banda degli afroamericani verrà per fargli il culo… letteralmente.
Una prima scena di violenza si verifica nel refettorio, quando un paio di neri gli passano di fianco facendo battutacce verso di lui e dicendogli di cominciare a preparare il culo. Hector/Walt fa una faccia ancora più brutta ai neri, intimidendoli.
Ma il vero problema giunge alcune ore dopo, poco prima dell’ora d’aria. Non appena le celle si aprono, un gruppo di neri arriva da lui. Hector/Walt vede i secondini scomparire, come se sapessero esattamente cosa sta per succedere. I neri tentano di aggredire Hector, sbattendogli la testa dentro il cesso, ma lui prontamente reagisce picchiando duro e utilizzando i suoi poteri da Spinner per sfuggire a tutti i tentativi di presa. I neri tentano di bloccarlo, fino a che lui non riesce a prenderne uno alle spalle e a tagliargli la gola con un cucchiaio affilato. Solo a questo punto i secondini intervengono.
Prima che arrivino, però, Hector ha il tempo di infilare il cucchiaio affilato e ancora insanguinati nelle tasche di uno dei neri, che verrà beccato e si prenderà un’altra accusa di omicidio.
Hector/Walt dovrà scontare un po’ di cella di isolamento… fortunatamente, con il culo in salvo.

Una volta affrontati questi “problemi”, i tre agenti si trovano nuovamente nei loro corpi, all’interno di un ambiente muffoso al cui centro è steso in posizione fetale un uomo: si tratta dell’uomo dagli occhi gialli con cui avevano combattuto nel bar, il ricorsore che spargeva spore!
Non c’è molto altro da dire: Eleonor utilizza su di lui i poteri di eccezione, uccidendolo senza che possa difendersi.
Tutto si fa di nuovo nero…

I tre agenti, alcuni giorni dopo, si risvegliano in ospedale, un po’ storditi e ammaccati ma senza altri gravi danni. Houston è salva, e presto vengono contattati dall’Agente Valori che gli spiega cosa è successo: subito dopo essere stato colpito dal fulmine, il fungo ha fatto eruttare le sue spore che sono rimaste attive nell’aria per un’altra decina di secondi, prima di diventare completamente inerti. Contemporaneamente, loro hanno emesso un urlo e sono svenuti.
Una volta eliminato il fungo, l’Agente Mei e tutti gli altri contaminati sono tornati alla normalità, come se la mente centrale che li teneva sotto controllo fosse stata definitivamente eliminata.
Eleonor ipotizza che tutto ciò che hanno vissuto sia stato una conseguenza del contatto psichico con il fungo, una sorta di “battaglia mentale”… ma poco importa, la città e il mondo sono salvi e l’OSR non ha dovuto utilizzare la sua arma.

Alcuni giorni dopo vengono dimessi dall’ospedale con un encomio della Fondazione e ferie pagate. Eleonor riceve da un’infermiera una busta con all’interno un biglietto da visita, con solo un numero di telefono e il marchio della casa di videogiochi OSaRu. Chiama, e al telefono gli risponde l’Agente White.
Sono una persona schietta, professoressa Kennedy. Cosa ne pensa di fondi illimitati per le sue ricerche e nessuna domanda?”
Mi dia qualche giorno per pensarci”, dice sogghignando Eleonor.

Preferiamo lasciare aperta la decisione della Kennedy, così come il futuro di Theodore ed Hector, che comunque continueranno a viaggiare per i mondi al servizio della Fondazione…

La campagna di The Strange si conclude qui! È doverosa una minima spiegazione su quanto sia accaduto con il fungo: i personaggi avevano sviluppato un collegamento mentale psichico con lo Tchoya durante la loro permanenza a Miceliax. I loro poteri psichici, nella ricorsione, erano infatti generati da un contatto con il fungo, ma il metodo controllato con cui li utilizzavano (e il loro essere ricorsori) aveva bloccato ogni effetto negativo.
Lo Tchoya assorbiva le menti degli esseri umani che infettava, utilizzandole per generarsi una sorta di “scudo mentale” che lo proteggeva dagli attacchi psichici. Quando il fulmine l’ha colpito, i personaggi sono svenuti a causa del collegamento e sono stati proiettati nella sua psiche. Una volta dentro hanno dovuto abbattere lo scudo mentale del fungo, generato da “tarli” che continuavano a erodere le menti che aveva assorbito, nella fattispecie situazioni importanti della loro vita che si erano risolte malamente, lasciando un segno.
Facendo finire in maniera positiva queste situazioni, i personaggi sono riusciti ad abbattere lo scudo mentale e a giungere alla mente centrale dello Tchoya, ormai indifeso, ed eliminarlo.
Se non fossero riusciti nel loro intento c’era il concreto rischio che la loro mente venisse fagocitata!

Con la fine di questa campagna si concludono anche i riassunti basati sul Cypher System: spero che siano stati una lettura piacevole, in grado di generare idee e situazioni in altri tavoli di gioco.
Dopo (quasi) due anni di utilizzo ininterrotto, credo che noi ci prenderemo una pausa dal Cypher System, lanciandoci verso altre ambientazioni e sistemi.
Non assicuro la presenza dei riassunti anche per queste: il tempo a disposizione inizia a scarseggiare, e negli ultimi tempi ho fatto veramente fatica a starci dietro.
Ma sicuramente continuerò a bazzicare nei gruppi di gioco per portare ad altri le nostre esperienze e assorbire (come il fungo) quelle degli altri.
Alla prossima!

domenica 2 ottobre 2016

The Neversleeping Eye - Sessione 24: Sporazione



I tre agenti decidono di prendere la quarantena come un “periodo di riposo forzato” e approfittarne per riprendere le forze dopo la difficile e faticosa missione a Miceliax. Le 24 ore passano in fretta e, non mostrando ulteriori sintomi, i sigilli vengono sciolti e vengono loro restituiti tutti i crypto, fortunatamente non contaminati.

Mentre stanno per uscire di casa ricevono una telefonata da parte dell’Agente Valori, che li invita a visualizzare un filmato in cui è visibile l’ex-accampamento dei South Bulls durante la notte. Il video è molto sfocato, ma si vede chiaramente un bagliore improvviso in una delle roulotte e un uomo di colore emergervi subito dopo. Un agente di sorveglianza si avvicina all’intruso e gli punta la pistola addosso. L’uomo si ferma e l’agente tenta di ammanettarlo, ma quest’ultimo crolla a terra improvvisamente. L’uomo gli prende la pistola e si allontana.
Il filmato risale a quella stessa notte, poche ore prima, e nessuno è ancora andato a esaminare la situazione: sarà compito degli agenti.

Durante il tragitto, le considerazioni sono abbastanza ovvie: l’uomo di colore spuntato dalla roulotte con un bagliore è un ricorsore. In un’ora e mezza arrivano all’accampamento e trovano il cadavere dell’agente di sorveglianza: il suo corpo è stato prosciugato, come se tutti i liquidi fossero stati estratti a forza. Gli è stata sottratta solamente la pistola, e sono piuttosto evidenti le tracce recenti di una motocicletta (rubata dal parcheggio dei South Bulls).

Gli agenti danno un rapido esame all’ambiente trovando qualche infinitesimale traccia di spore all’interno della roulotte in cui si è verificata la traslazione, dopodiché trascinano il cadavere al coperto e Eleonor collega al suo cervello il dispositivo N.E.C.R.O.

Prima di rischiare di friggergli il cervello riescono, tramite l’artefatto, a porre alcune domande al cadavere, ma il maggior indizio ottenuto sono alcuni dettagli sul suo corpo: “occhi gialli, puzza di marcio”.
Riprendono la macchina e seguendo le tracce della moto puntano nuovamente sulla statale, fermandosi poi alla prima tavola calda. Nel frattempo Hector cerca informazioni sui corsi d’acqua della zona, perché l’ipotesi è che lo strano ricorsore ne sia attirato.
Alla radio, i tre vengono a conoscenza dell’arrivo di una tempesta nel tardo pomeriggio.

La tavola calda è la stessa in cui, una settimana prima, Theodore si era spacciato per un ispettore dell’ufficio di igiene. Effettivamente viene riconosciuto dalla cameriera che si dimostra molto gentile nei suoi confronti. I tre fanno alcune domande sul passaggio di uno strano individuo di colore, ed effettivamente la cameriera gli dice che quella mattina, all’alba, c’è stata una rissa: uno strano uomo che puzzava di marcio si è seduto al tavolo con una prostituta della zona (“Gina o Lina, non ricordo”) che, dopo un primo momento in cui sembrava arrabbiata, si è calmata e ha iniziato a parlare con lui. Poi è scattata una rissa tra l’uomo di colore e il cuoco, che si è beccato uno sgabello in testa, e l’uomo se ne è andato subito dopo con la prostituta.
Parlando con i clienti, Theodore convince alcuni bifolchi che stavano facendo colazione a dirgli il motel in cui la prostituta intrattiene i suoi clienti.

Gli agenti, tenendo sempre informato sui loro spostamenti l’agente Valori, si recano al motel in questione e, dopo aver allungato 100$ al proprietario, riescono a farsi dare le chiavi della camera di Gina Desert (questo il suo “nome d’arte”), dove effettivamente è stata quella mattina presto assieme a un uomo.
Hanno fortunatamente la buona idea di mettersi le maschere antigas prima di entrare nella stanza, perché non appena aprono la porta uno sbuffo di spore li investe. Prima di fare qualsiasi altra mossa gli agenti chiamano la Fondazione per richiedere l’intervento di una squadra anti-contaminazione.
Mentre attendono, nella loro mente comincia a farsi largo l’ipotesi che lo strano ricorsore non sia altro che lo stesso fungo Tchoya, giunto sulla Terra dopo aver capito come traslare.

La squadra di bonifica giunge, ma nel frattempo Eleonor utilizza i suoi poteri di premonizione per scovare dove sia finita Gina. Ha una visione di lei, assieme ad altre persone, sedute al tavolo di un bar con una brocca d’acqua di fronte. Il nome del bar è “The Signal”, ed è piuttosto semplice per il gruppo scovare l’indirizzo del posto su internet.
I tre stanno per andarsene lasciando la squadra di bonifica a fare il suo lavoro, ma Eleonor si accorge in quel momento di una crepa nella maschera antigas che aveva utilizzato fino a quel momento. È costretta a farsi esaminare dai medici della Fondazione, che non rilevano tracce di spore nel suo sangue ma le consigliano di mangiare molto sale e bere dell’alcool per contrastare la possibile infezione.

Senza perdere ulteriore tempo gli agenti si recano al The Signal, un bar situato nella zona centro-sud di Houston, costruito proprio a ridosso del Buffalo Bayou, uno dei maggiori corsi d’acqua della città. Non si riesce a vedere nulla all’interno così, mentre Theodore fa il giro dal retro, Eleonor e Hector prendono la porta principale. Tutti e tre, indossando le tute anticontaminazione, hanno intenzione di spacciarsi per agenti governativi ed evacuare l’area eccezion fatta per i loro bersagli.

All’interno, Eleonor e Hector si trovano di fronte a una strana situazione: ci sono una dozzina di persone, sedute silenziose ai tavoli con colmi di bicchieri e grosse brocche d’acqua. Tra queste riconoscono quella che probabilmente è la prostituta Gina, ma le persone alzano lo sguardo verso di loro si accorgono che hanno tutte gli occhi completamente bianchi: sono state contaminate!
Theodore, dal retro, intravede un uomo di colore recarsi al bancone e decide di seguirlo silenziosamente.

“Desiderate qualcosa, signori?”, chiede l’uomo dagli occhi gialli a Eleonor e Hector, ignorando il fatto che indossino le ingombranti tute gialle.
I due agenti tentano di prendere tempo, ma nel giro di pochi istanti scoppia il panico: mentre cercano di andarsene, l’intera clientela contaminata del locale si alza e si dirige verso di loro con intenti ostili. Eleonor riesce a prendere la porta e ad andarsene, mentre Hector rimane da solo a fronteggiare l’orda.
Theodore, ancora nascosto, ne approfitta per tentare di stordire il ricorsore dagli occhi gialli con il suo taser.

Nel giro di pochi istanti, scoppia la violenza: i contaminati attaccano Hector tempestandolo di colpi. Fortunatamente la forma stretta del locale non permette un accerchiamento completo, quindi Hector non si trova mai a doverne fronteggiare più di due alla volta.
L’attacco di Theodore non va a buon fine, e il ricorsore lo attacca colpendolo con dei potenti pugni che probabilmente gli incrinano qualche costola e lo lasciano senza fiato. Theodore estrae la pistola e spara al ricorsore: un paio di proiettili vanno a segno, e dalle ferite, oltre al sangue, vengono emessi degli sbuffi di spore.

Eleonor, nel frattempo, corre a un benzinaio situato poco distante e, puntando la pistola contro un poveraccio che stava facendo rifornimento alla sua macchina, gli urla di riempire delle taniche e seguirla. L’uomo esegue, e insieme si recano nuovamente verso il locale.

All’interno, Hector sta tenendo testa abbastanza bene al gruppo di avversari: riesce a darne almeno quante ne prende. Theodore, invece, non ne avrà ancora per molto: il ricorsore ha una forza disumana e i suoi continui tentativi di strappargli la tuta anticontaminazione per toccarlo non lasciano presagire nulla di buono.

Eleonor spalanca la porta, innaffiando di benzina l’intero locale e gli aggressori di Hector, poi lanciandola al di là del bancone e colpendo anche il ricorsore dagli occhi gialli. Basta una scintilla, e l’intero locale (costruito in buona parte in legno) prende fuoco. Eleonor ed Hector si lanciano fuori dalla porta principale, mentre Theodore, dopo aver visto i vestiti del ricorsore prendere fuoco, corre sul retro.

I tre sono costretti a sigillare le porte e lasciare che i contaminati all’interno brucino, mentre nel frattempo chiamano la Fondazione e la allertano sul pericolo. In breve giunge l’agente Valori con medici, militari e altro personale, che bloccano la strada e si preoccupano di tenere a bada l’incendio. I tre personaggi vengono curati dal personale medico.
La tempesta, preannunciata quella mattina, è ormai su Houston. Fulmini e lampi riempiono il cielo, e l’acqua inizia a scendere a catinelle.

La situazione sembra risolta, quando uno dei medici della Fondazione chiama l’agente Valori chiedendogli di andare sul retro del bar bruciato. Il gruppo li segue, e lì vedono chiaramente qualcosa nell’acqua del Buffalo Bayou: una massa fungoide rotonda, di ampiezza ormai vicina ai cinque metri, che, assorbendo l’acqua del fiume e della pioggia continua, si sta ingrandendo a vista d’occhio…

La prossima sessione sarà l’ultima, per il gruppo di agenti: Houston è condannata alla contaminazione o troveranno un modo per fermare questo flagello?

sabato 24 settembre 2016

The Neversleeping Eye - Sessione 23: L'Assedio di Rawan



Dopo aver affrontato il terribile Tempio dei Sonagli, gli agenti si trovano al di sotto di una grata rugginosa posizionata nella parte più bassa della colonia di Rawan. Una volta rimossa trovano un facile accesso alla città sigillata.

La colonia, costruita estendendosi verso l’alto, occupa tre grandi caverne sovrapposte e collegate da una miriade di ponti, scale e piattaforme in legno su cui sono stati costruiti diversi edifici.
Poco sopra di loro è presente un mercato con poca gente, mentre a due diversi ingressi della città sono posizionati molti soldati.
Ydra Vyke e i suoi bruti dementi giungeranno entro breve: Saman, con una previsione, comprende che stanno in quel momento attraversando la sala principale del tempio colma di acque nere. Una nuova previsione, questa volta rivolta agli agenti che stanno cercando, rivela che l’agente Mei è sicuramente lì vicino.
Con la coda dell’occhio Tarot nota un individuo vestito poveramente che si sta aggirando tra le piattaforme: l’uomo gli salta subito all’occhio perché lo Spinner crede di averlo già visto.

Così, mentre Tarot segue la figura misteriosa, Saman ed Hennor si recano da un gruppo di guardie per allertarle del pericolo.
Le guardie cittadine sembrano ignorare la presenza di un antico passaggio al di sotto della colonia, ma decidono di ascoltare i due viaggiatori e condurli a colloquio con Kedaru Rawan, il loro lord.
Vengono ricevuti in un sontuoso palazzo la cui facciata esterna è coperta da una controllata, ma maestosa, crescita di funghi giganti. L’interno è sfarzoso, e Kedaru si rivela essere un uomo già avanti con l’età, con una folta barba bianca, ma ancora in buona forma fisica.
Il regnante accoglie pacificamente i viaggiatori ed è disposto ad ascoltare le loro parole: era a conoscenza dell’esistenza del Tempio, ma non credeva che lo fosse qualcun altro e che quel passaggio costituisse un pericolo. Nonostante il poco tempo a disposizione, decide di far posizionare delle truppe in prossimità del tombino.

Tarot, nel frattempo, ha seguito il misterioso uomo fino a un accampamento nei pressi del palazzo del lord. Qui riconosce Thedra Vyke, sorella di Ydra. L’individuo che aveva seguito era uno degli schiavi che lo aveva puntato con arco e frecce quando si era incontrato con la donna!
Decide di farsi notare, ma Thedra è piuttosto incline al dialogo: si complimenta con lui e i suoi compagni per l’efficacia e la brutalità con cui si sono sbarazzati di suo fratello Sadra, e gli dice che è stata lei ad avvertire per prima la colonia di Rawan dell’arrivo di sua sorella.
Thedra, generosamente, decide di rimuovere da Tarot la maledizione che gli avrebbe impedito di parlare di lei e gli comunica che quando sua sorella sarebbe arrivata, lei e i suoi uomini avrebbero preso parte allo scontro.

Il gruppo si riunisce: il tempo è agli sgoccioli, bisogna cercare gli agenti e preparare un luogo adatto a traslare velocemente se la situazione dovesse diventare troppo rischiosa.
Hennor decide di rimanere nella parte bassa della città per aiutare i soldati Rawaniti nel combattimento, Saman corre di nuovo al palazzo del lord per cercare dei registri cittadini e Tarot si reca di nuovo all’accampamento di Thedra per valutare se il luogo è abbastanza sicuro.

Improvvisamente, nell’area bassa della città la roccia circostante il tombino si sgretola creando una voragine di circa cinque metri, da cui iniziano a fuoriuscire scarabei vhalut addestrati. I soldati Rawaniti e gli uomini di Thedra iniziano a tirare frecce a profusione dall’alto delle piattaforme, ed Hennor da loro una mano grazie alle sue esplosioni psichiche.

Tarot visita l’accampamento (ora vuoto) di Thedra: è un luogo tranquillo, nella parte alta della città, ma non eccessivamente riparato.

Saman entra al palazzo (ora vuoto) e privo di ogni tipo di ricchezza e maestosità: che fosse un’illusione creata dal suo regnante? Trova abbastanza facilmente un ripostiglio colmo di rotoli di pergamena, alcuni dei quali sono i registri cittadini: un gruppo di tre individui, indicati come “stranieri” si è stabilito in città contemporaneamente e nella stessa abitazione circa un anno prima.

Tarot e Saman si reincontrano fuori dal palazzo e si recano all’abitazione indicata.

Hennor, nel frattempo, è stato raggiunto da uno scarabeo vhalut e morsicato: il veleno inizia a farsi strada nel suo sangue, indebolendolo, e il combattimento rischia di farlo precipitare dalla balaustra della piattaforma. Una volta che il primo attacco degli scarabei è terminato, i bruti di Ydra muovono il secondo attacco: si tratta di dementi che la psionica controlla mentalmente, privi di paura e non in grado di sentire il dolore. I dementi si lanciano senza alcun timore contro le armi spianate dei Rawaniti, facendosi trapassare dalle lance e spaccando le loro difese prima di spirare.
Ma le ondate sono molte e i nemici troppi: le difese cominciano a cedere. Indebolito, Hennor inizia a indietreggiare raggiungendo la piattaforma centrale, dove si trovano anche i suoi compagni.
Dall’alto della piattaforma i tre vedono salire un gruppo di bruti dotati di scudi di carapace di insetto, intenti a proteggere una figura femminile che si rivela presto essere Ydra. Tra le sue mani c’è una spada dorata: la lama della sacerdotessa del Tempio dei Sonagli.

Senza perdere altro tempo Tarot sfonda la porta dell’abitazione dei potenziali agenti della Fondazione. Dalle crepe nel legno fuoriesce una nuvola di spore tossiche: fortunatamente è stato il velenoso Spinner a entrare per primo. All’interno nota immediatamente due corpi maschili riversi per terra, uno dei quali in un lago di sangue.
Una figura emerge dalle ombre attaccandolo alle spalle con un pugnale d’osso! Tarot viene ferito, ma riesce a sbattere l’attaccante contro la parete e a buttarlo a terra. Si rivela essere una donna in stato confusionale, forse diventata demente per gli effetti del fungo.
I tre agenti la placano, ma si rendono conto che ogni tentativo di parlarle è inutile: la donna farfuglia in preda alla confusione.
All’interno della casa trovano abbastanza facilmente un piccolo laboratorio alchemico coperto da un’infestazione di funghi, dove sono presenti anche dei crypto e della polvere di Spirale Viola.
Allora erano gli stessi agenti della Fondazione gli spacciatori di droga contaminata!

I tentativi di far riprendere l’agente Mei (pare che sia lei, perché risponde allo stimolo del suo nome) con metodi convenzionali sono inutili. Tramite i poteri di telepatia di Hennor e un’abbondante dose di sale e alcolici utilizzati come antimicotici improvvisati, Hennor riesce ad avere un parziale contatto con il suo cervello, che gli conferma alcuni semplici dettagli: l’agente Glaston spacciava Spirale Viola da anni, ma la droga non era mai stata contaminata. Solo di recente il fungo Tchoya ha iniziato a contaminare crypto… questo perché il fungo, entità ben più intelligente di quanto sembri, ha subito un risveglio e ha capito come espandersi attraverso l’Anomalia!
L’esplosione di spore nel laboratorio ha contaminato tutti gli agenti, e Mei è l’unica ad essere sopravvissuta all’esplosione di rabbia che si è generata subito dopo. Forse ha mantenuto un parziale controllo della sua mente perché, in quanto Risvegliata, questa è molto più resistente.
La donna non è consapevole abbastanza da tentare una traslazione verso la Terra, ma dato il suo attuale stato parzialmente cosciente potrebbe essere guidata da altri.
I tre agenti procedono quindi alla traslazione, mentre fuori i rumori della battaglia continuano.
Quale sarà il destino della colonia di Rawan, non lo sapranno mai.

---TRASLAZIONE---

Gli agenti si trovano a viaggiare tra le spirali dell’Anomalia diretti verso la Terra, quando una saetta li porta fuori strada! Si trovano catapultati in dei corpi non-terrestri, deviati a forza verso un’altra ricorsione… un errore dovuto probabilmente all’enorme fatica del portarsi dietro un ricorsore a malapena cosciente.
Eleonor e Hector riconoscono subito i loro corpi Arashiani: la stessa metamorfosi è accaduta anche a Theodor e soprattutto all’agente Mei, divenuta un grottesco ibrido uomo-uccello che rivela chiaramente la sua natura di mutante.
Nella notte di Arashi la tempesta imperversa e li infradicia. Si trovano sul tetto di un grattacielo in pieno centro cittadino. Trascinano Mei all’interno dell’enorme edificio di appartamenti in cui tirano il fiato per un attimo. Tentare una nuova traslazione ora sarebbe enormemente faticoso per tutti quanti.
L’ascensore si apre vicino a loro e una coppia gli passa a fianco, dirigendosi al loro appartamento. Li guardano solo per un attimo (soprattutto guardano l’agente Mei) e poi si fiondano verso casa loro.
Gli agenti capiscono che se i due dovessero raggiungere un telefono, gli Shinigami arriverebbero sul posto nel giro di pochissimi minuti.
Intercettano la coppia ancora nel corridoio, li legano e gli impongono di stare zitti. Eleonor gli consegna tutti gli yen che ha in tasca per il loro silenzio, ruba loro le chiavi dell’appartamento e insieme al resto degli agenti si chiudono dentro.
Nonostante la fatica, il rischio è troppo: stringendosi le mani tentano una nuova traslazione.

---TRASLAZIONE---

Questa volta la direzione intrapresa è giusta: gli agenti si trovano catapultati nei loro corpi Terrestri, al sicuro nel loro ufficio.
Hector chiama immediatamente l’Agente Valori per fare rapporto e comunicargli che l’agente Mei, essendo tornata sulla Terra, è probabilmente ricomparsa dove era il suo corpo in origine. Essendo contaminata dal fungo, sarà confusa e pericolosa.
Fortunatamente, Mei è traslata nei pressi del Campus della Fondazione: per gli agenti non sarà un problema riacchiapparla.
I tre agenti finalmente hanno occasione per riposare, ma durante la notte sentono dei rumori fuori dalla porta. Quando aprono, notano un gruppo di individui vestiti con tute anti-contaminazione che stanno mettendo i sigilli al loro ufficio.
Gli uomini si identificano subito come agenti della Fondazione, incaricati di stabilire se loro siano affetti o meno dal fungo. Gli agenti si sottopongono senza alcun problema alle analisi, che rivelano che non ci sono tracce di spore contaminate nel loro sangue.
Lo stesso esame dovrà essere subito dai loro crypto, processo che richiederà un po’ più di tempo. Li attende una quarantena di 24 ore: se non ci saranno strani effetti collaterali, saranno considerati sani e potranno riprendere le loro indagini.
Nelle ore di attesa, un dubbio li consuma: cosa può fermare l’infestazione di un fungo in grado di muoversi attraverso le ricorsioni?